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PACIFICO PUCCI

 

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PENSIERI

“Quando incominciarono nel 1965 per Carosi i sintomi del male mi disse: “ Io mi ritiro”.
Ma non si ritirò. Venne sempre al Comune e in seguito, quando non poté più alzarsi dal letto, io, insieme ai consiglieri e alla guardia comunale andavo a casa sua. Là mi dava istruzioni e mi diceva il da farsi.
Una volta, stava per scadere il periodo di tempo che aveva stabilito il comune per li medico di Castel di Lama dott.Calvaresi. Per farlo continuare a lavorare doveva essere il Sindaco stesso con la giunta a deliberarlo. Gli telefonai, allora era ricoverato a Bologna.

“Come facciamo?” gli dissi.
“Ritorno io” rispose, e tornò da Bologna per due giorni, poi si ricoverò di nuovo”. - Ettore Nardinocchi -

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Consigliere del Partito Comunista Italiano, I° Amministrazione Carosi

Appignano del Tronto,  lì  1.12.1983

“Ciao Pacì,… Ciao Nicò…”.

Ci salutavamo cosi quando ci incontravamo. Me lo ricordo con un eterno sorriso che increspava quel suo faccione largo che rispecchiava la bontà del suo animo. Fui con lui in qualità di assessore aggiunto dell’opposizione, nella prima legislatura. Fu Sindaco dopo il voto di sfiducia all’ex primo cittadino che aveva mostrato la sua marcata rimembranza Podestarile. Così comincio il travaglio del neo Sindaco che, dopo poco tempo dalla sua nomina, fu in pieno contrasto all’interno del suo partito.

Noi dell’opposizione, indifferenti a ciò che succedeva all’interno del partito di maggioranza, appoggiavamo ciò che c’era di costruttivo. Il neo Sindaco talvolta si lamentava del comportamento del suo partito, ma non della minoranza, tanto che approvammo senza riserbo la costruzione della circonvallazione criticata da una parte della maggioranza. (Oggi questa strada porta il suo nome). Alla scadenza del mio mandato non mi interessò più nulla. Col Carosi rimasi sempre in buoni rapporti.

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