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MAROZZI FELICIA IN VIRGULTI

 

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PENSIERI

“Quando incominciarono nel 1965 per Carosi i sintomi del male mi disse: “ Io mi ritiro”.
Ma non si ritirò. Venne sempre al Comune e in seguito, quando non poté più alzarsi dal letto, io, insieme ai consiglieri e alla guardia comunale andavo a casa sua. Là mi dava istruzioni e mi diceva il da farsi.
Una volta, stava per scadere il periodo di tempo che aveva stabilito il comune per li medico di Castel di Lama dott.Calvaresi. Per farlo continuare a lavorare doveva essere il Sindaco stesso con la giunta a deliberarlo. Gli telefonai, allora era ricoverato a Bologna.

“Come facciamo?” gli dissi.
“Ritorno io” rispose, e tornò da Bologna per due giorni, poi si ricoverò di nuovo”. - Ettore Nardinocchi -

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Appignano del Tronto  li 15.10.1983

-Ricorda qualche episodio particolare legato all’attività amministrativa del Carosi ?

-Si. In campagna, durante le elezioni comunali del dicembre ’64, i contadini volevano tutti come Sindaco Nicola “buonanima” e mi ricordo che, poco prima delle votazioni, Nicola incontrò la “Sant’alma” del mio primo marito, loro due erano proprio come fratelli, e gli disse: ”Mi fai un giretto per la campagna per sentire cosa si dice?” Allora mio marito per alcune sere fece un giro per i contadini poi dopo qualche giorno rivide Nicola e gli riportò la voce stessa dei contadini che dicevano “Se Nicola si mette coi comunisti , anche se siamo democratici, noi il voto lo diamo a Nicola. Noi non guardiamo al Partito ma a Nicola , dove si volta lui ci voltiamo noi”. E cosi è stato. Nicola ebbe più voti di tutti quelli che stavano nella lista con lui. Nicola era un uomo onesto e a proposito di onestà, voglio raccontare questo fatto.

Era tempo di mietitura, un contadino doveva trebbiare ma la macchina come sempre non poteva passare per andare nelle sue terre perché non c’era la strada. Quando il Sindaco Nicola  venne interpellato prontamente trovo la soluzione. “Adesso ci penso io –disse – vado alla società dei trebbiatori e ti faccio aprire la strada”. Cosi fece; venne un trattore, aprì la strada e quell’anno quel contadino potè trebbiare. Alcuni giorni dopo il contadino arrivò con un agnello al mulino, presso la casa del padre di Nicola, “Santì” il mugnaio e chiese di Nicola. Santì rispose che non c’era e domandò cosa volesse. Il contadino allora disse: ”Veramente mi ha fatto tanto un piacere grosso e cosi gli ho portato un pensiero”. “Figlio” -gli disse Santì –“tu adesso vai via e riportati l’agnello a casa perche se viene Nicola non lo prende; se lui ti ha fatto un piacere sono contento ma dammi retta, portatelo via perché mi ha dato ordine di non prendere niente da nessuno”. Nel frattempo arrivò Nicola; il contadino si fece avanti e disse: “Senti Nicò ti ho portato un pensiero, ti ho portato un agnello perche tu mi hai fatto aprire quella strada; ecco ora ho trebbiato e potrò trebbiare sempre“.”No “-disse Nicola –“tu l’agnello lo riporti a casa tua, io sono al Comune, sono il Sindaco ma è come se fossi un padre di famiglia per tutti e non faccio altro che il mio dovere. Tu ritorna a casa tua, io l’agnello non lo voglio”.

Ecco tutto; questa è verità. De Angelis (Checco de ‘Nselma) me lo ha raccontato; lui era presente al mulino quel giorno; era andato lì per macinare ed ha assistito a questo fatto.

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