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EDILIZIA E STRADE ’48-’51

 

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PENSIERI

“Quando incominciarono nel 1965 per Carosi i sintomi del male mi disse: “ Io mi ritiro”.
Ma non si ritirò. Venne sempre al Comune e in seguito, quando non poté più alzarsi dal letto, io, insieme ai consiglieri e alla guardia comunale andavo a casa sua. Là mi dava istruzioni e mi diceva il da farsi.
Una volta, stava per scadere il periodo di tempo che aveva stabilito il comune per li medico di Castel di Lama dott.Calvaresi. Per farlo continuare a lavorare doveva essere il Sindaco stesso con la giunta a deliberarlo. Gli telefonai, allora era ricoverato a Bologna.

“Come facciamo?” gli dissi.
“Ritorno io” rispose, e tornò da Bologna per due giorni, poi si ricoverò di nuovo”. - Ettore Nardinocchi -

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Appignano necessitava di una radicale ricostruzione. Il parere di Carosi era che, se il paese voleva risolversi e uscire dall’anonimato economico e turistico, doveva cambiare completamente volto. A tale scopo il consiglio comunale gli dette  mandato di provvedere alla sistemazione delle strade vicinali e di decidere,  all’occorrenza, gli espropri. (Delib. Cons. Com. n.26 del 27.6.48.)

Già nel ’48 (Delib. Giunta Com. n. 51 del 16.6.48.) la Giunta, su relazione del Sindaco, aveva deciso il rifacimento della via Giovanni Massimo, interna al paese, utilizzando i fondi per il terremoto, oltre alla costruzione delle relative fognature con i fondi della disoccupazione. Il 6 luglio la Giunta approvò il rifacimento dell’edificio scolastico di Valle S. Martino, su progetto redatto dal Sindaco, che aveva subito danni gravissimi causati dal terremoto del  3.10.43 (Delib. Giunta Com. n.60 del 6.7.48.).

L’attività proseguì a ritmo febbrile, anche perché oltre alla necessità di costruire e ricostruire, c’era quella di dare lavoro agli appignanesi. Frase spesso ricorrente nelle delibere riguardanti interventi sull’ edilizia era ”per lenire la disoccupazione che è molto preoccupante in questa zona”.

Con Delib. Giunta Com. n. 68 del 19.7.48. si dispose autorizzazione di spesa per la brecciatura della strada Appignano – Fosso della Metà. Mentre l’Amministrazione appignanese, pur nelle enormi difficoltà economiche in cui si dibatteva, dava l’autorizzazione per la brecciatura di detta strada per quel tratto che era sotto la propria competenza, nell’articolo comparso su “Il Nuovo Piceno” pur testimoniando l’egregio lavoro svolto dall’amministrazione appignanese si avvertiva il rammarico dell’articolista per il mancato interessamento da parte dell’Amministrazione comunale di Ascoli Piceno per la manutenzione dell’altro tratto di strada, precisamente Fosso della Metà – Salaria,  (“Nuovo Piceno”, “Una strada che va sistemata”, 31.3.49.). Il 17 agosto il Consiglio Comunale, proseguendo l’azione di sistemazione delle strade comunali, decise un forte acquisto di breccia. (Delib. Cons. Com. n.42 del 17.8.48).

Nello stesso tempo venne incaricato un perito di rideterminare alcune strade vicinali (Delib. Giunta Com. n.83 del 18.9.48.). Ad ottobre, sempre su  invito del Sindaco, che relazionò in proposito, la Giunta dette parere favorevole per il ripristino della  strada comunale di circonvallazione di Appignano.  (Delib. Giunta Com. n. 90 del 13.10.48.).

A novembre, altre due iniziative del Consiglio Comunale: l’apertura della strada Palazzi (Delib. Cons. Com.n.63 del 17.11.48) e l’approvazione alla variante alla strada Valle Orta. (Delib.Cons.Com.n. 65 del 17.11.48)

Il 1949 fu denso di realizzazioni. Nella tornata del 2 aprile la Giunta stabilì di costruire un nuovo edificio scolastico nel centro cittadino a totale carico dello stato per danni di guerra e di illuminare la strada di circonvallazione. (Delib. Giunta  Com.  nn. 15 e 18 del 2.4.49).

L’8 maggio, altre due importanti decisioni del Consiglio Comunale: il prolungamento del Parco della Rimembranza e la costruzione di nuovi loculi nel cimitero civico. (Delib. Cons. Com. nn. 13 e 15 dell’ 8. 5.49.). Il 18 maggio con delibera n.36 la Giunta approvò le spese per il nuovo impianto d’illuminazione cittadina e si passò successivamente quindi all’istallazione dell’impianto elettrico nelle frazioni di Montecalvo e di S. Martino, lavori giudicati secondari o non necessari da “Il Nuovo Piceno” con articolo del 21/4/49. (Delib. Cons.  Com. n.20 del 5.6.49., Delib. Cons. Com. n.40 del 18.6.49. e Delib. Giunta Com. n.54 del 28.7.49.). Agli inizi del 1950 la Giunta approvò in linea di massima l’istallazione dell’impianto elettrico nelle contrade di valle Orta e Valle Chifenti.  (Delib. Giunta  Com. n.9 del 2.2.50.).

Altra opera importante si realizzò con l’impegno di costruzione del brefotrofio provinciale (Delib. Cons. Com. n.35 del 6.11.49.), nonché con la costruzione di due edifici scolastici in contrada Casette ed in contrada Montecalvo  (Delib. Giunta  Com. nn. 13 e 14 del 2.2.50.).

Susseguentemente fu spostata la sede stradale in contrada Valle Orta poiché essa non permetteva il transito in tutte le stagioni e non era agevole ai mezzi di trasporto. (Delib. Cons. Com. n.5 dell 1.3.50). Nicola Carosi, Giulio Marinelli, Giulio Spinucci, Cesare Di Giacomi, andarono a Valle Orta e tracciarono la variazione dalla Chiesa Nuova alle Casette. Dall’intervista  a Giulio Marinelli “[...] Nicola Carosi pensò di aprire la strada a Valle Orta perché quella che c’era era molto brutta; era una mulattiera scomoda sia per i carri che per le macchine che allora cominciavano a circolare da quelle parti.” Tale nuovo percorso occupava in parte la terra degli Istituti Riuniti di Cura e Ricovero e pertanto questo ente chiese in cambio l’apertura della strada per Casette. Allora Nicola Carosi, con la buona volontà della gente e dei proprietari della terra, disegnò e realizzò la nuova strada di Valle Orta con le varianti per le Casette e per la Chiesa Nuova. Successivamente fu approvato il progetto per l’apertura della strada in contrada Palazzi. (Delib. Giunta Com. n. 45 del 2.8.50.).

La Giunta decise la demolizione del vecchio edificio scolastico pericolante (Delib. Giunta Com. n.28 dell’1.4.50.) e il Consiglio Comunale dispose l’esproprio dell’area necessaria per la costruzione del nuovo edificio.  (Delib. Cons. Com. n. 23 del 2.10.50.) Nel 1951 il Consiglio Comunale attuò l’esproprio per la costruzione dell’edificio scolastico cittadino, nonché la sistemazione di tutta la rete stradale (Delib.Cons.Com.n.1 del 18.2.51.). Fu quindi sollecitata l’emissione d’urgenza del Decreto Prefettizio per la occupazione dell’area (Delib.Giunta Com.n.3 del 14.1.51.). A dimostrazione dell’efficacia con cui il Carosi si mosse l’11 aprile il Consiglio fu chiamato ad esprimersi in merito allo stanziamento relativo all’erigendo nuovo edificio scolastico (Delib.Cons.Com.n.18  dell’11.4.51.)

Intanto un’altra opera era stata approvata: la costruzione dei loculi nel Civico Cimitero (Delib. Giunta  Com. n.12 del 29.1.51).

La Giunta poi nel 1951 approvò un impegno di spesa per la sistemazione delle strade comunali obbligatorie (Delib.  Giunta  Com. n. 49 del 12.5.51.)

Precedentemente al 12 maggio 1951, giorno in cui venne adottata tale delibera, apparve su “Il Nuovo Piceno” un articolo in cui il valleortese  firmatario, rammaricandosi per il fatto che l’ Amministrazione Comunale sembrava completamente dimentica di questa contrada, sollecitava una più completa sistemazione della strada che l’ attraversava. L’ironia che pervadva l’articolo diventò trasparente nell’ultima parte quando il valleortese reputò di secondaria importanza  l’acqua e la luce elettrica che l’Amministrazione Comunale era da poco riuscita ad attivare in detta contrada (“Il Nuovo Piceno”, “La strada di  Valle Orta è abbandonata”,  9.3.51).

Immediatamente dopo il “Il Nuovo Piceno” pubblicò la risposta al Valleortese  da parte dell’assessore Cesaretto che fece notare che  “per quelli  che non conoscono è giusto criticare la lentezza di questa strada ma si deve sapere che essa fu progettata prima della venuta del fascismo ma gli ostacoli di qualche proprietà  […] non l’hanno fatta mai riuscire. Finalmente si è riusciti a completare la nuova traccia. Tutti sanno che questa Amministrazione per non inasprire troppo i contribuenti, regola un bilancio sufficiente appena per la manutenzione delle vecchie opere;  e, così, dacché non c’è disponibilità, le nuove costruzioni che non rientrano nel diritto dell’onere statale, per realizzarle, bisogna procedere docilmente verso i proprietari”.  (“Il Nuovo Piceno”,  “L’assessore  Cesaretto risponde per le rime”,  23.3.51)

Successivamente la Giunta prese in esame l’allacciamento dell’ impianto elettrico nelle contrade S. Martino e Monte Calvo.  (Cfr. Delib. Giunta Com. n. 51 del 15.5.51) Su suggerimento del Sindaco Carosi, che non voleva che gli abitanti delle due zone pagassero l’elettricità più di altri utenti serviti dall’UNES, la Giunta stabilì di cedere all’UNES l’impianto comunale (del valore di circa £. 5.000.000) a condizione che l’Unione sostenesse per intero le spese di allaccio, di gestione e di manutenzione ed assicurasse la migliore funzionalità dell’impianto medesimo.

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