Home » Testimonianze » MARIA CAROSI IN ANTONINI

 
 

MARIA CAROSI IN ANTONINI

 

ARCHIVIO FOTOGRAFICO

PENSIERI

“Quando incominciarono nel 1965 per Carosi i sintomi del male mi disse: “ Io mi ritiro”.
Ma non si ritirò. Venne sempre al Comune e in seguito, quando non poté più alzarsi dal letto, io, insieme ai consiglieri e alla guardia comunale andavo a casa sua. Là mi dava istruzioni e mi diceva il da farsi.
Una volta, stava per scadere il periodo di tempo che aveva stabilito il comune per li medico di Castel di Lama dott.Calvaresi. Per farlo continuare a lavorare doveva essere il Sindaco stesso con la giunta a deliberarlo. Gli telefonai, allora era ricoverato a Bologna.

“Come facciamo?” gli dissi.
“Ritorno io” rispose, e tornò da Bologna per due giorni, poi si ricoverò di nuovo”. - Ettore Nardinocchi -

CATEGORIE

Seguici su Facebook

Insegnante, Sorella di Nicola.

Grottammare   4.2.1983

- Mi parli della fanciullezza e della giovinezza di Nicola Carosi.

- Mio fratello, più piccolo di me,  cominciò a frequentare le scuole elementari in Appignano nel 1927 e,  fin dai primi anni,  si distinse per la matematica e il disegno. Terminata la quinta,  non prosegui gli studi, decise di lavorare con il padre che gestiva il mulino. Nicola era un ragazzo forte e robusto,  volentieri accettava la fatica e il lavoro manuale,  (aveva una particolare predisposizione per la meccanica ).  Il padre vedendolo così bravo e interessato aveva pensato di fargli continuare il suo mestiere di mugnaio,  e nello stesso tempo,  di commerciante di grano,  come faceva lui stesso che mandava dei carichi anche all’estero.  A quattordici anni però,  un giorno,  come per un ripensamento,  Nicola si lamentò con il padre perché il fratello e la sorella studiavano e lui solo dei figli era costretto a lavorare.

Il padre partì subito per trovargli un posto in collegio,  e,  due giorni dopo,  Nicola entrò come studente interno nel convitto dei Salesiani a Macerata. Da principio Nicola trovò una certa difficolta’ nel reinserirsi a scuola,  dopo tre anni di interruzione . Alto di statura,  nel periodo del suo sviluppo,  lontano da casa,  si ammalo’ e dovette interrompere gli studi.  Arrichi’ però le sue esperienze;  conobbe e stabili ‘rapporti di amicizia con i compagni dimostrando giovialita’ e spirito di intraprendenza.

L’anno dopo nel 1936 il padre lo iscrisse all’Istituto Tecnico “Fontevecchia” di Fermo;  qui frequentò le quattro classi inferiori e nel 1940 lo iscrisse all’Istituto Tecnico e per Geometri di Ascoli Piceno .  Si era nel periodo bellico e i trasposti non funzionavano.  Nicola per quattro anni coprirà quella distanza (32 kilometri) in bicicletta.  Quando poi, a sera,  tornava da scuola,  aiutava il babbo nel suo lavoro:  caricava e scaricava i sacchi di grano e i carri agricoli dei contadini che arrivavano al mulino,  e ribatteva le macine. Una volta,  proprio mentre stava aiutando il babbo,  tocco per sbaglio una cinghia in movimento,  questa gli spezzò il braccio;  la gamba sinistra e il piede risultarono gravemente feriti con l’asportazione dei muscoli. Egli però non si arrese;  continuò con il braccio ingessato per otto mesi ad andare a scuola puntualmente in bicicletta . Nel 1944 si diplomò geometra:  fece per qualche tempo pratica presso lo studio del geom. Antonio Caviglia di Ascoli Piceno e in seguito apri uno studio in Appignano.  Intanto nel 45 era stato nominato da mons. Capriotti presidente della (G.I.A.C.) Gioventù Italiana di Azione Cattolica.  Voglio raccontare un fatto che avvenne quando Nicola era Sindaco nella prima amministrazione.  Io, che avevo un piccolo negozio a fianco della chiesa di San Giovanni sul corso principale di Appignano, una domenica mattina,  siccome era mercato,  misi fuori sulla strada una bancarella,  con sopra la mercanzia esposta, senza avere la licenza per gli ambulanti.  Nicola mi vide, non mi disse nulla,  ma entrato in Comune mando’ subito la guardia comunale ad elevarmi la contravvenzione. Io, rientrata la bancarella, andai da lui, nel suo ufficio, per far annullare la contravvenzione; egli mi rispose che doveva far il suo dovere con tutti: cacciò i soldi di tasca sua, me li dette e io andai nell’ufficio addetto a pagare.

____________________________________________________________

www.nicolacarosi.it © 2015 – tutti i diritti riservati – è vietata la riproduzione

 

No comments

Be the first one to leave a comment.

Post a Comment

You must be logged in to post a comment.