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IGIENE PUBBLICA ’48-’51

 

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PENSIERI

“Quando incominciarono nel 1965 per Carosi i sintomi del male mi disse: “ Io mi ritiro”.
Ma non si ritirò. Venne sempre al Comune e in seguito, quando non poté più alzarsi dal letto, io, insieme ai consiglieri e alla guardia comunale andavo a casa sua. Là mi dava istruzioni e mi diceva il da farsi.
Una volta, stava per scadere il periodo di tempo che aveva stabilito il comune per li medico di Castel di Lama dott.Calvaresi. Per farlo continuare a lavorare doveva essere il Sindaco stesso con la giunta a deliberarlo. Gli telefonai, allora era ricoverato a Bologna.

“Come facciamo?” gli dissi.
“Ritorno io” rispose, e tornò da Bologna per due giorni, poi si ricoverò di nuovo”. - Ettore Nardinocchi -

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Era appena stato eletto quando, convinto che fosse necessario eliminare l’attentato alla salute pubblica e le condizioni anti igieniche derivate dagli allevamenti dei suini, intese favorire la costruzione di igieniche porcilaie cedendo con Delib. Cons .Com. n.23 del 17/6/48, a tutti gli amministrati che la volessero, l’area in località del ‘fosso San Giovanni’. La delibera n.23 fu poi annullata dalla n.61 del 147/11/48 con la quale, per eliminare la presenza di porcili nel centro abitato, il Consiglio Comunale assegnò gratuitamente ad ogni capofamiglia 8 mq di terreno presso il fosso di San Giovanni per la costruzione di porcilaie esterne alla città. Le difficoltà non poterono purtroppo essere risolte perché l’Ufficiale Sanitario non dette il nulla osta per il luogo prescelto. Carosi non si perdette d’animo e fece acquistare un terreno di 500 mq in località “Fonte delle Botti” per un spesa di lire 15.000 (Delib. Cons. Com. n.6 del 21/2/49). Poi concesse ai capofamiglia meno abbienti, con Delib. Cons. Com. n.7 del 21/2/4, 8 mq per costruzione di porcili fuori dall’abitato a canone di lire 10 annue per una durata di nove anni, disponendo anche le misure standard delle costruzioni. Poiché gli spazi non bastavano ed il problema non era totalmente risolto, procedette all’esproprio di ulteriore terreno con Delib. Cons. Com. n.36 del 6/11/49, espediente ripetuto poi il 18/02/1951 con la Delib. Cons. Com. n.1.

Giulio Marinelli ricordò che “[...] I porcili prima erano nel paese vicino alle case, negli orti. Non ci si poteva muovere senza incontrarne qualcuno. Questo fatto era veramente poco igienico e peggiorava soprattutto d’estate quando il caldo acuiva gli odori. Per eliminare  tutto questo l’Amministrazione  pensò che i porcili dovevano stare tutti in una parte e lontano dal centro abitato. All’inizio tutti brontolarono ma quando si accorsero che per arrivare alle porcilaie l’Amministrazione aveva costruito una bella strada, larga, pulita e che l’acqua non doveva essere portata da casa giacché era stato costruito per l’occorrenza anche un pozzo, tutti furono contenti. E furono veramente in molti a rallegrarsene giacché a quel tempo ogni famiglia aveva duo o tre maiali.”

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