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A MARIA PIA – BOLOGNA, 1965

 

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PENSIERI

“Quando incominciarono nel 1965 per Carosi i sintomi del male mi disse: “ Io mi ritiro”.
Ma non si ritirò. Venne sempre al Comune e in seguito, quando non poté più alzarsi dal letto, io, insieme ai consiglieri e alla guardia comunale andavo a casa sua. Là mi dava istruzioni e mi diceva il da farsi.
Una volta, stava per scadere il periodo di tempo che aveva stabilito il comune per li medico di Castel di Lama dott.Calvaresi. Per farlo continuare a lavorare doveva essere il Sindaco stesso con la giunta a deliberarlo. Gli telefonai, allora era ricoverato a Bologna.

“Come facciamo?” gli dissi.
“Ritorno io” rispose, e tornò da Bologna per due giorni, poi si ricoverò di nuovo”. - Ettore Nardinocchi -

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Maria Pia

Bologna, 1965

[…] Spero che il domani, che attendo con molta ansia, sia apportatore di buoni eventi come è stato oggi per me e, con questa speranza, tra poco vado a letto per coricarmi ma, prima, dirò la preghiera della sera e un rosario alla Vergine Santissima affinché protegga la mia famiglia. […] Oggi, in verità, è passato il professor Forni e ha detto che mi allargherà il buco da dove esce il siero. Anche oggi ne è uscito abbastanza. Magari Dio volesse che tutto si risolva qui. […]

Un abbraccio,

tuo affezionatissimo Nicola.

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Bologna,  27 maggio 1965

Carissima Maria Pia,

[…] Al bambino non farmi mettere sotto sopra le mie carte e i miei documenti; cerca di tenerlo un po’ lontano, se ci riesci.  Come va il tuo fegato, la tua salute, non me ne hai parlato affatto nella lettera e per telefono; spero che tutto vada bene! […] Al bambino, oltre ai compiti, vedi di fargli studiare un po’ di dottrina perché desidero che in questo anno faccia la S. Comunione. Speriamo che Gesù lo aiuti a diventare più buono. Raccomanda ad Ida di studiare, che non vada nel pomeriggio a dormire ma che studi, studi. […]

Ricevi un abbraccio dal tuo affezionatissimo Nicola.

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Bologna, 8 giugno 1965

Carissima Maria Pia,

[…] cerca di andare dietro ai figli; alla sera, qualche volta portali a pregare in una vicina chiesa. Io, per fare economia, non ti telefono, ma ciò non ti deve far pensare che non vi penso continuamente. Dì ai figli  di studiare e di essere buoni, buoni, buoni. Se hai notizie circa il risultato dello studio dei figli, tienimi informato. Ringraziami tanto tuo fratello per la lettera e per tutto quello che fa per noi.

Salutami i miei; tanti saluti ad Arminda [La collaboratrice domestica N.d.R.], Mariaida, Antonietta, Sante, (digli di fare il buono).

Tornando in Appignano, salutami Mario ed il barbiere.

Nicola.

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Bologna, 12 ottobre 1965

Carissima Maria Pia,

[…] cerca di stare attenta ai figli, non avere per me preoccupazioni; prega alla sera e fai pregare anche i figli. Non stare in pensiero e non avere preoccupazioni.

Un bacio a te e ai figli,

Tuo marito Nicola.

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Bologna, 17 ottobre 1965

Carissima Maria Pia,

ieri sera ho ricevuto la tua prima lettera e poco prima di mezzogiorno oggi ho ricevuto la seconda. Ti ringrazio per le lettere e mi accingo a risponderti. Ti prego di non fare più gli espressi, costano troppo, scrivi la normale lettera. Oggi è domenica,sono le 13 e 45 e io penso che ancora state tutti a casa di mio padre e sono contento di sapervi tutti là. […] Questa mattina sono andato a messa; ci sono tornato alle 10 e 30 ed ho fatto la S. Comunione. In questi giorni ho diverse volte pensato al ginocchio di Ida. […] Vedi un po’ di andargli dietro e dì a Ida di non sforzare il ginocchio e che si faccia un po’ dispensare dalla ginnastica. Sono contento che al mattino parti per tempo e poi ti fermi con Sante al Carmine per ascoltare la messa. Sono contento che a casa segui le bambine, ma è mio desiderio che tu studi per dare alla fine del mese filosofia. […] Sante come si comporta? Digli che è il desiderio del babbo che faccia il buono e che studi molto. A te, cara Maria Pia, io penso sempre, ma che cosa ci vuoi fare? Io devo stare lontano per motivi di salute. A pensare: “quanto desiderio starvi vicino!”. Sembra una disdetta questa lontananza forzosa, ma penso  che non resta altro che rassegnarci alla volontà del Padre Eterno che vuole così.

Un bacio a tutti,

Tuo affezionatissimo Nicola.

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Bologna, 18 ottobre 1965

Carissima Maria Pia,

sono le due dopo mezzogiorno […] Sono stato molto contento di poter parlare con tutti voi ieri sera; ero indeciso se telefonarvi ma poi il desiderio di ascoltare le vostre voci mi ha fatto decidere. Sante per ultimo mi ha chiesto ”quando torni?”; “non lo so” gli ho risposto ed ho sentito che si è azzittito e ciò mi ha fatto molto pena. Cara Maria Pia, dì al bambino che il babbo spera di tornare presto a casa ed anche che del babbo è grande il desiderio di tornare, di stare un po’ insieme con la moglie e con i propri figli. Vorrei veramente che, dopo questa separazione, il Signore ci facesse la grazia di farci stare il più a lungo possibile insieme. Fino a pochi giorni fa queste cose non le capivo, non comprendevo la loro importanza e la loro grandezza. Oggi che il Signore mi ha fatto comprendere, molto spesso sono costretto a vivere lontano da voi e questa lontananza mi fa soffrire come mai ho sofferto. Spero di essere presto tra voi ma l’essenziale è che io torni guarito in modo di non essere di peso.

Tanti saluti affettuosi

Nicola.

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Bologna, 21 ottobre 1965

Carissima Maria Pia,

sono trascorsi cinque minuti da quando sei partita con il taxi dal piazzale dell’ospedale e già sono qui a scriverti; sento di dirti qualcosa e questo qualcosa è GRAZIE. Ti ringrazio della visita, ti ringrazio di tutto quello che mi hai portato, ti ringrazio di tutto quello che per me hai fatto e infine ti ringrazio per avermi ridato un po’ di intimità famigliare. Dopo una lunga assenza era necessario interrompere questo isolamento e tu lo hai fatto con la tua venuta oggi e te ne sono grato. […] Oggi per me è stata una felice giornata; primo per la tua venuta; secondo per la decisione presa dal Professor Forni di incidermi. […] Sono più fiducioso, mi è rinata la speranza. Vorrei tanto esserti vicino per poterti aiutare a fare qualcosa di utile per la nostra famiglia e principalmente per te che mi sei tanto cara. […] Andrei gridando per i corridoi di questo ospedale “ Sono felice!” […] In questo momento mi hanno portato una lettera di Guerriero che si lamenta perchè lunedì non ha ricevuto la mia  lettera e dice: “Ho pensato che lunedì ti avessero operato”. La lettera prosegue dicendo: “E’ una mia supposizione e forse potrebbe essere sbagliata. Non va bene che ti operi senza che ci sia qualcuno vicino” Stando così le cose non mi resta che correre ai ripari e cioè, non appena ultimata la lettera per te, scrivere subito a Guerriero per rassicurarlo. Prima di chiudere questa lettera desidero ancora ringraziarti per la visita che mi hai fatto e per il sacrificio che hai dovuto affrontare per un viaggio così lungo. Ero troppo preso dalla tua premura qui accanto a me che ho dimenticato d’incaricarti di ringraziare tuo fratello per il gentile dono che ha voluto farmi. Dì a Pasqualino che non ho parole per ringraziarlo.

La carta è finita, salutami i figli e Maria;

un fortissimo abbraccio dal tuo Nicola.

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Bologna, 22 ottobre 1965

Carissima Maria Pia.

Mi devi scusare se questa notte ti ha svegliata. Ieri sera, mentalmente ho seguito il tuo viaggio, ero preoccupato dei pochi minuti che avevi per passare dal Diretto di Bologna al treno di San Benedetto. […] Cara Maria Pia, cerca di andare avanti come meglio puoi; speriamo che io torni presto a casa e così ti darò una mano nel da farsi. Questa notte ho pregato per te e per i nostri figli affinché il Signore li protegga e li ispiri per il bene. […] Io non faccio che pensare a te e ai figli.

Un abbraccio per i figli tutti e un saluto per Maria. Un affezionatissimo abbraccio a te.

Tuo Nicola.

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Bologna, 23 ottobre 1965

Carissima Maria Pia,

[…] Ti prego di dire a nostra figlia [Ida N.d.R.] che io voglio bene a tutti e tre i miei figli alla stessa maniera e, se loro soffrono, le loro sono anche le mie sofferenze. Domani è domenica e spero che porti i bambini dal nonno in Appignano; così avrai modo di metterli al corrente delle mie condizioni di salute. Io ti sto importunando un po’ troppo ma tu vedi di avere anche per me pazienza. Oggi ho pregato per i vostri studi e alle quattro sono andato in chiesa alla funzione serale. Questa sera prima di addormentarmi pregherò tanto il Signore per te affinché ti aiuti in questo particolare momento. Fammi sapere il giorno che vai a Perugia a dare gli esami [per l’ammissione al magistero N.d.R.] che quel giorno farò per te la Santa Comunione e pregherò tutta la giornata affinché possa tu  vedere coronati tutti i tuoi sforzi. […]

Salutami tanto Antonietta e dille che prego per i suoi studi; salutami tanto Ida e dille che la ricordo nelle mie preghiere; salutami tanto Sante e digli che pregherò il Signore che lo aiuti a diventare buono.

Un abbraccio, tuo Nicola.

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Bologna, 24 ottobre 1965

Carissima Maria Pia,

oggi, domenica, con molta probabilità avrai portato i figli in Appignano dai nonni.

Questa mattina sono stato a messa ed ho fatto, per voi tutti, la S. Comunione e così spero avete fatto voi in Appignano. […] Avrei desiderato anch’io, oggi, stare con tutti voi in Appignano ma spero, se il Signore vorrà,  che anche a me sarà dato di trascorrere delle belle giornate vicino ai figli, ai genitori e al fratello. […] Spesso il pensiero vola in Ascoli e allora cerco, mentalmente, di seguire le vostre azioni ed i vostri spostamenti e mi lascio prendere da questo sentimento e resto lì seduto, o lì nel letto o sulla sedia, come assorto.  Ora, a te, restano nella giornata tante cose da fare, mò, vedi un po’, con l’aiuto del Signore di fare il possibile e di tirare avanti. Non darti preoccupazioni eccessive ma fai quello che puoi fare. […] Io sto bene ed il morale è alto. […]

Salutami i figli. Un abbraccio,

Nicola.

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