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24 AGOSTO 1943

 

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PENSIERI

“Quando incominciarono nel 1965 per Carosi i sintomi del male mi disse: “ Io mi ritiro”.
Ma non si ritirò. Venne sempre al Comune e in seguito, quando non poté più alzarsi dal letto, io, insieme ai consiglieri e alla guardia comunale andavo a casa sua. Là mi dava istruzioni e mi diceva il da farsi.
Una volta, stava per scadere il periodo di tempo che aveva stabilito il comune per li medico di Castel di Lama dott.Calvaresi. Per farlo continuare a lavorare doveva essere il Sindaco stesso con la giunta a deliberarlo. Gli telefonai, allora era ricoverato a Bologna.

“Come facciamo?” gli dissi.
“Ritorno io” rispose, e tornò da Bologna per due giorni, poi si ricoverò di nuovo”. - Ettore Nardinocchi -

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Carissima Maria Pia.

Ore felici, ore indimenticabili sono state per me quelle che in questi giorni ho trascorso vicino a te. […]

Lungo la strada non facevo altro che pensare a te, che pensare alle belle ore trascorse al tuo fianco in seno alla tua famiglia.

[…] Verso sera me ne uscii solo in bicicletta mi recai lì la Chiesa della Madonna dell’Annunziata; lungo la strada il mio sguardo era rivolto verso la montagna dei fiori, vicino il punto dove è situato il tuo caro paesetto e mi domandavo: cosa farà ora Maria Pia? […] Giunto lì avanti alla Chiesa poggiai al muro la bicicletta: tutt’ intorno era deserto, la porta della Chiesa chiusa e allora mi inginocchiai in quella nuda pietra e recitai tre pater, ave e gloria pregando così: Vergine Santissima, tu che sei la Regina dei nostri cuori, fa che io ami sempre più la mia Maria Pia, fa che ella diventi al più presto la compagna della mia vita, fa che io non trovi ostacolo alla realizzazione del mio sogno da parte dei miei genitori. Quando finii a pregare mi sembrò di sentire una voce che mi dicesse:Figliuolo comprendo il tuo stato d’animo, prega, prega che il tuo sogno si avvererà. Allora con una grande gioia nel cuore risalii in bicicletta per tornare a casa. Lungo la strada pregai per quelli che morivano nei campi di battaglia, pregai per i miseri peccatori, pregai per te o mia diletta, o mio cuore, o mia Regina.

Tornato a casa andai a letto ma prima di chiudere gli occhi nel nome del Signore recitai il Santo Rosario per i tuoi morti, per i miei morti e spesso mentre pregavo vinto dalla stanchezza e dal sonno la coroncina mi cadeva dalle mani ma la riprendevo per continuare la preghiera; quando finii rivolsi a te un pensiero ed un saluto e mi addormentai con la speranza di sognarti. […] Ti saluto e ti bacio, tuo per sempre, Nicola.

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