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ADAMO VOLPI

 

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PENSIERI

“Quando incominciarono nel 1965 per Carosi i sintomi del male mi disse: “ Io mi ritiro”.
Ma non si ritirò. Venne sempre al Comune e in seguito, quando non poté più alzarsi dal letto, io, insieme ai consiglieri e alla guardia comunale andavo a casa sua. Là mi dava istruzioni e mi diceva il da farsi.
Una volta, stava per scadere il periodo di tempo che aveva stabilito il comune per li medico di Castel di Lama dott.Calvaresi. Per farlo continuare a lavorare doveva essere il Sindaco stesso con la giunta a deliberarlo. Gli telefonai, allora era ricoverato a Bologna.

“Come facciamo?” gli dissi.
“Ritorno io” rispose, e tornò da Bologna per due giorni, poi si ricoverò di nuovo”. - Ettore Nardinocchi -

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Consigliere del Partito Socialista Italiano , I° Amministrazione Carosi , assessore supplente della Democrazia Cristiana , II° Amministrazione Carosi

Appignano del Tronto ,  lì 20.11.1982

-Mi parli di Nicola Carosi.

-Fui vicino a Nicola nel ’44 quando tutti e due facemmo parte della Giunta eletta dal Comitato di Liberazione Nazionale in attesa delle libere elezioni amministrative. Lui apparteneva alla Democrazia Cristiana, io al Partito Socialista Italiano. Quando poi nel ’48 Carosi venne nominato Sindaco, dopo le discussioni di Priori, io ero già consigliere della minoranza. Dopo di lui, nel ’51, venne eletto Mazzocconi; fece appena due anni poi venni nominato io Sindaco. (A quel tempo mi ero già iscritto alla Democrazia Cristiana). Nel ’64, quando Carosi fu rieletto Sindaco ero assessore aggiunto non effettivo in quell’Amministrazione.

-Quando passo  dal Partito Socialista Italiano alla Democrazia Cristiana?

-Come ho detto nel 1944 il Comitato di Liberazione Nazionale locale nominò Sindaco Galli, io in quella Giunta ero assessore e rappresentavo il Partito Socialista come pure nelle amministrative del ’46, fui eletto consigliere sempre in rappresentanza del Partito Socialista Italiano. In quelle prime elezioni il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano si unirono in un’unica lista chiamata “La Spiga” e mi ricordo che il simbolo era proprio una spiga. Quando poi avvenne la scissione tra Saragat e Nenni decisi di iscrivermi nel partito della Democrazia Cristiana.

-Ricorda qualche opera importante portata a termine durante l’amministrazione Carosi?

-Molte furono le opere portate a termine in quei tempi tanto difficili, in cui nemmeno sognavamo l’abbondanza di oggi. La prima, importantissima , effettuata durante la I° amministrazione Carosi, fu la strada di circonvallazione. In quel tempo l’Amministrazione Comunale non aveva soldi; ciò nonostante la strada fu fatta contro l’opposizione anche di molti proprietari. Ricordo che Carosi, di persona andò ad aiutare gli operai e con la zappa, perche le ruspe non c’erano, cominciò ad aprire quella strada. Questa strada tuttora è utilissima. Una cosa importante secondo il mio parere fu l’aver riportato il bilancio in parità. Cosa che neanche in questi tempi è possibile raggiungere. Carosi aveva realizzato moltissimo, aveva costruito, accomodato, riparato, ma la cosa più importante fu quella di aver indicato agli amministratori futuri il sistema per amministrare senza pesare troppo sui cittadini e sullo stato, tenendo presente, contemporaneamente le condizioni economiche dei più poveri. Un‘ altra cosa che ricordo è questa: qualcuno a quei tempi mi riferì che Nicola aveva un idea; voleva traforare la strada che va su al camposanto in maniera che il fosso lo deviava quaggiù al Chifenti in modo di salvare il paese, aveva idee grandi perché voleva evitare tante frane. Questa fu un’idea, dopo è passata cosi. Quando fui Sindaco io, feci poco perché anche allora i soldi non c’erano: ho piantato un po’ di alberi, cambiai la luce qui al corso perché c’erano le lampadine di cinque candele per aumentare l’intensità della corrente nel paese. Nicola ha fatto tanti lavori e per me e stato l’unico Sindaco. Non e importante fare cose grandiose è anche importante dare un ordine, un certo rispetto al paese. L’importanza di un sindaco non sta soltanto nel costruire palazzi, ma anche nell’insegnare come si deve vivere e come ci si deve comportare in maniera civile.

-Mi parli di Nicola come uomo e come amministratore.

-Nicola era un uomo molto attivo. Non c’era problema che non lo interessasse; lo studiava fino in fondo e poi , una volta all’azione, lavorava senza sosta; chiedeva a tutti, sollecitava tutti sino a quando non riusciva a portare a termine il suo compito. Non rifiutava la collaborazione di nessuno. Il popolo di Appignano ha saputo riconoscere questo suo impegno ed il giorno in cui se ne è andato tutta la popolazione lo ha accompagnato verso l’ultima dimora. Chiedeva collaborazione a tutti, anche alle forze politiche contrarie perché era convinto che l’opposizione non deve costituire un ostacolo, semmai un pungolo, una sollecitazione, una critica. L’opposizione accettò in pieno la più aperta collaborazione perché era convinta di trovarsi di fronte ad un amministratore che aveva dimostrato in molti momenti il proprio impegno e una totale dedizione all’ interesse del popolo.

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