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GIULIO FILIPPONI

 

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PENSIERI

“Quando incominciarono nel 1965 per Carosi i sintomi del male mi disse: “ Io mi ritiro”.
Ma non si ritirò. Venne sempre al Comune e in seguito, quando non poté più alzarsi dal letto, io, insieme ai consiglieri e alla guardia comunale andavo a casa sua. Là mi dava istruzioni e mi diceva il da farsi.
Una volta, stava per scadere il periodo di tempo che aveva stabilito il comune per li medico di Castel di Lama dott.Calvaresi. Per farlo continuare a lavorare doveva essere il Sindaco stesso con la giunta a deliberarlo. Gli telefonai, allora era ricoverato a Bologna.

“Come facciamo?” gli dissi.
“Ritorno io” rispose, e tornò da Bologna per due giorni, poi si ricoverò di nuovo”. - Ettore Nardinocchi -

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Guardia Comunale

Appignano del Tronto,   lì  10.9.1982

-Mi parli di Nicola Carosi come uomo.

-Ho conosciuto molto bene Nicola dal momento che abitavo di fronte alla casa dei suoi genitori ;  lo conosco perciò sin da bambino.  Mi ricordo quando da ragazzo aiutava il padre nel lavoro del mulino;  da solo portava dei sacchi molto pesanti,  era alto e robusto.  Questi continui esercizi avevano contribuito a fare di lui una persona dedita alla fatica,  forte ma, nello stesso tempo,  sciolta e disinvolta.

-Quali erano le caratteristiche della famiglia Carosi?

-Innanzi tutto debbo dire che in quella famiglia regnava un certo benessere.  il padre, Sante,  era riuscito a fare un po’ di fortuna.  Prima di comperare il mulino  Sante era emigrato in America.  Era partito molto giovane: aveva 14 anni e soprattutto era andato da solo desideroso di guadagnare per sé e per la famiglia paterna.  Lavorando e faticando nella ferrovia era riuscito a mettere qualche soldo da parte.  Tornato in Italia aveva comprato il mulino e si era sposato.  La mamma poi,  Antonia,  era una brava donna, riservata e tutta dedita ad educare i figli e ad aiutare il marito nel lavoro di mugnaio.

-Ricorda qualche fatto particolare avvenuto durante il periodo in cui lei e’ stato Guardia Comunale e Nicola Carosi Sindaco?

-Mi ricordo  che, una domenica mattina, la sorella del Sindaco, Maria Carosi,  aveva messo una bancarella fuori della porta del suo negozio mentre c’era la proibizione di farlo, anche se era mercato, perche era una strada di passaggio.  Mi chiamò Nicola e mi disse : “Giulio, vai a fare la contravvenzione a quella bancarella abusiva di fianco alla chiesa.”  Io gli risposi: ” Ma e’ di tua sorella !”

“Non importa”, concluse ,”la legge è uguale per tutti”.

Cosi andai e feci la contravvenzione.

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