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LA CIRCONVALLAZIONE

 

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PENSIERI

“Quando incominciarono nel 1965 per Carosi i sintomi del male mi disse: “ Io mi ritiro”.
Ma non si ritirò. Venne sempre al Comune e in seguito, quando non poté più alzarsi dal letto, io, insieme ai consiglieri e alla guardia comunale andavo a casa sua. Là mi dava istruzioni e mi diceva il da farsi.
Una volta, stava per scadere il periodo di tempo che aveva stabilito il comune per li medico di Castel di Lama dott.Calvaresi. Per farlo continuare a lavorare doveva essere il Sindaco stesso con la giunta a deliberarlo. Gli telefonai, allora era ricoverato a Bologna.

“Come facciamo?” gli dissi.
“Ritorno io” rispose, e tornò da Bologna per due giorni, poi si ricoverò di nuovo”. - Ettore Nardinocchi -

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Carosi iniziò anche la realizzazione di un lavoro che, giudicato inutile da alcuni, risulterà più tardi importantissimo per Appignano:  la costruzione della strada di circonvallazione.

Venne chiesta pertanto alla Prefettura di Ascoli Piceno l’autorizzazione per effettuare l’acquisto di mq. 44 di terreno per la sistemazione della strada.( Delib. Giunta  Com. n.40 dell’1.4.51.)

Pacifico Pucci esponente dell’opposizione P.C.I. in quell’amministrazione, testimoniò  che per questa decisione avvennero contrasti all’interno stesso della maggioranza¸ infatti così dice: “[...] noi della minoranza approvammo senza riserva la costruzione della circonvallazione criticata da parte della maggioranza.”. Lo stesso giornale “Il Nuovo Piceno”, con il suo articolo del 21.4.49. testimonia questa opposizione:  “Si pensa ad abbellire il paese mentre l’acqua difetta in modo impressionante”. Questa strada qualche anno più tardi risulterà comunque di importanza vitale per il paese in quanto il 1° aprile 1962 le due strade di accesso al paese franarono per via delle continue e abbondanti piogge di quei giorni (“Il Messaggero” 3.4.69 e “Cronaca di S. Angelo” pag. 59). “Per fortuna c’era la strada di circonvallazione che Nicola Carosi aveva fatto anche contro l’opposizione di alcuni proprietari, altrimenti Appignano sarebbe rimasto in cima ad un cucuzzolo senza entrata né uscita”(dall’intervista a Giulio Marinelli).

Il Marinelli nel ricordare la nascita di questo progetto, riferisce che il Carosi scelse il punto dove doveva essere costruita la strada proprio dove già era sorto uno stretto sentiero a zig-zag che congiungeva le due estremità del paese. Fece lo schizzo e da solo andò a parlare con i proprietari di quelle terre per convincerli a vendere senza arrivare all’esproprio. Il Volpi, consigliere dell’opposizione, ricorda che lo stesso Carosi andò ad aiutare gli operai a sterrare munito di zappa giacchè le ruspe  ancora non c’erano. Nel 1968 sarebbe stata intitolata al Sindaco Geom. Carosi Nicola, come riporta “Il Nuovo Piceno” del 6.7.68, proprio quella strada che egli ideò, volle e realizzò. L’articolo continua, “Non è altro che un gesto di doverosa riconoscenza  di Appignano verso uno dei suoi figli migliori” 

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